domenica 29 dicembre 2019

Addobbi

Quest'anno i miei addobbi sono molto deludenti. 
Anziché stanare il mio solito presepe da applicare al vetro, ho usato queste decorazioni che avevo acquistato online lo scorso anno. Erano arrivate troppo tardi, così non vedevo l'ora di poterle usare... 
Non essendo prettamente natalizie, ma semplicemente invernali, le ho messe presto, era il primo giorno in cui provavo a stare in piedi dopo il mal di schiena. 
Prima le avevo messe alla base del vetro. Non si vedeva nulla, a causa della base dell'inferriata. Le ho tolte, e, per non farle sembrare "in volo," ho messo sotto quei fogli bianchi.
Quindi ho dovuto spostare anche tutti i fiocchi di neve.
Anche così non si vedeva nulla.


Ho aggiunto i fogli di carta velina, sperando che creassero contrasto.
Continua a non vedersi quasi nulla. 
Prima di metterle pensavo di volerle tenere fino a primavera, ma dopo avere visto il risultato credo che le toglierò presto. Di giorno, di notte, con il buio o con la luce, tra inferriata e riflessi non c'è una situazione in cui si vedano bene.
Probabilmente le avrei dovute applicare all'esterno.
Ora non ho voglia di staccarle e riattaccarle. Si romperebbe la carta, dovrei andare ad acquistarne altra... Se riuscirò a recuperarle, l'anno prossimo proverò.










Quest'altra decorazione mi è stata suggerita da... non so da chi! mi arrivò tramite whatsapp una foto, da un numero che non conosco.
Il messaggio diceva: Questa è l'ultima moda di Milano.
Nella foto c'era un vaso di cristallo con dei ramoscelli secchi, e sempre dentro al vaso un filo di luci natalizie bianche.
Ho pensato che me l'avesse mandata il mio "Amico Antipatico". E' uno che di decorazioni se ne intende, e siccome non ho più il suo numero, pensavo che potesse essere lui. Gli ho scritto una mail, chiedendo se mi avesse mandato quel messaggio ma, fedele al suo ruolo di "amico antipatico" non ha risposto.
Chissà da chi è arrivato il suggerimento. Io non ho risposto, qualcuno avrà semplicemente sbagliato numero.
In ogni caso, mi è sembrato un buon consiglio, e l'ho subito messo in pratica.
Ho svuotato il mio vaso di cristallo, ho preso dei ramoscelli in giardino e ho acceso le lucine.
Le foto non rendono. Visto che le luci cambiano colore ne ho scattate molte, sperando di immortalare un momento in cui il tutto risaltasse al meglio, ma sono uscite una peggio dell'altra.
Dal vivo, invece, l'effetto mi piace molto! Il vaso, che in foto si vede bianco, dal vivo riflette tutti i colori delle lucine.





giovedì 26 dicembre 2019

Ritorno nell'orto

Stamattina il clima era stupendo. Ovviamente non adatto alle piante, che in questa stagione dovrebbero essere in riposo vegetativo.
Stupendo per noi, che stavamo a goderci il sole, avvolti dal profumo del Chimomanthus praecox.
Non si udiva nessun rumore. Non che la mia zona sia particolarmente rumorosa, di solito. Sia la strada che la stradina sono a fondo chiuso, ed io abito quasi alla fine. Penso che in una giornata intera non passino più di 4 auto su ognuna, all'altezza di casa mia. Le altre strade sono ad una certa distanza, il rumore del traffico arriva ma molto attenuato, come un sottofondo quasi impercettibile.
Stamattina probabilmente tutti dormivano, o giravano a piedi anziché in auto, perché il silenzio era quasi irreale: da nevicata, o da 'day after'.
Se ci fosse stato un lago, un pezzetto di mare, una montagna o un qualsiasi bel panorama sarebbe stato paradisiaco, invece era solo molto bello.

Nonostante un residuo di mal di schiena, che ormai penso non se ne andrà più, ho voluto fare qualcosa nell'orto.
Ho vangato un po' in serra, ho estirpato l'amaranto che stava ancora lì, mezzo in piedi e mezzo caduto, e ho raccolto un po' di topinambur.
Tuberi di Topinanbur, Helianthus tuberosus
Parecchie persone passeggiavano sulla stradina, quasi tutti con i cani, e ci è scappata anche qualche chiacchierata. Alla fine ero sudata fradicia (si, siamo in dicembre, s.Stefano protomartire) e ho dovuto smettere. Di raccogliere, non di chiacchierare.

Finora avevo raccolto solo topinambur di varietà selvatica, oggi ne ho trovati anche alcuni della varietà coltivata. Non riesco a capire come possano essersi diffusi così i selvatici. Me ne avevano dati alcuni tuberi, ma li avevo tenuti in vaso, proprio per mantenerli separati. Comunque, per quanto mi riguarda, il gusto è identico.

Avevo letto che quelli selvatici non sarebbero salutari, al contrario di quelli coltivati, ma non so giudicare se l'informazione sia vera.
Mi resta la curiosità. Visto che si moltiplicano per tubero, quindi senza fecondazione, mi piacerebbe sapere il motivo di questa mutazione. Tutto qua. Forse sono ibridi molto instabili e il selvatico riesce ad emergere ugualmente. Mah.
Nel primo pomeriggio li ho lavati diverse volte, poi li ho lasciati nell'acqua per favorire il distacco del terriccio. Ora vado a spazzolarli e a spruzzarli per assicurarmi che siano  perfettamente puliti.

mercoledì 25 dicembre 2019

Buon Natale!

Auguri!



Uno, o forse più artisti hanno allestito questo presepe nell'atrio dell'ospedale di Treviglio.

Artisti dotati di modestia, perché non hanno lasciato alcuna firma.


È ambientato in una cascina tipica della nostra zona, Non so se sia la riproduzione esatta di una cascina di Treviglio. Diciamo che si assomigliavano tutte.










C'è davvero tutto: le abitazioni dei contadini, il forno per la panificazione, il gabinetto esterno, il pollaio, la stalla, il fienile, la legnaia, la stanza per la lavorazione e stagionatura dei salumi, il lavatoio, la piccionaia.

Nello stesso ospedale c'è almeno un altro presepe, forse altrettanto bello, forse anche di più, ma la sua collocazione, in un piccolo cavedio, non consente di percepire bene i particolari, a causa dei riflessi dei vetri

domenica 22 dicembre 2019

Semine e semi

Situazione dei miei semenzali

In serra, finalmente, sono spuntati i miei Cavoli acefali senza nome. Dovrei andare a controllare quanto hanno impiegato, ma non è poi cosa così importante. Solitamente spuntano in tre giorni stavolta ce ne sono voluti forse 15.

 I piselli sono più o meno uguali

È incredibile, ma i kiwi resistono! D'accordo, per ora il tempo è stato piuttosto mite, ma si tratta comunque di germoglietti spuntati da poco.

Un'altra cosa incredibile è che io abbia acquistato una trappola a birra per le lumache.
Ovviamente, come non funzionava con i contenitori di recupero, la birra non funziona nemmeno con il contenitore acquistato. Non so perché agli altri funziona.
 

Dei semi che avevo messo a pre-germinare nel panno umido, sono spuntati solo i peperoni, che ho provveduto a trapiantare in una vaschetta

Ho filmato l'apertura della mega busta della banca dei semi, ma dovete promettermi di non deridermi troppo! Siate clementi! invidiatemi pure per la meraviglia dei semi che ho ricevuto, ma abbiate pazienza riguardo il video, grazie.
Non si è salvato tutto, mancano un paio di minuti.



sabato 21 dicembre 2019

Banca dei semi

Ieri ho ricevuto una fantastica busta dalla banca dei semi.
Ovviamente piena di tanti fantastici semi. Che meraviglia, davvero un sogno.

Spero di rendere loro onore e di far nascere tante belle piantine.
Ho trovato aromatiche, fiori, qualche verdura, e anche qualche albero. Non è facile, per me, coltivare gli alberi, ma sono bellissime varietà e vorrei provarci.
Per ora li metterò in vaso.
Se dovessi scegliere la mia pianta preferita, forse sarebbe il Symphoricarpos. Oppure l'Aristolochia. O il Sisaro. Non ho dubbi riguardo la più brutta, che è una sola: L'Eryngium planum.

lunedì 16 dicembre 2019

Il deodorante solido...

È da migliorare.
In realtà non serve che sia solido, perché va comunque rotto ed usato sciolto in acqua. Mi sarebbe piaciuto farlo solido perché volevo che fosse più carino, per regalarlo.

Ora ho scoperto che le formine vengono belle dure e compatte, ma solo al loro interno, se così si può dire, mentre la parte esterna decorata si sfarina, quindi questo sistema non migliora l'aspetto estetico.

Inoltre ora non potrò più regalare il deodorante. Non che avrei regalato solo quello, sarebbe stato parte di una piccola serie di regalini "fai da me", piccole cose che hanno migliorato alcuni aspetti della mia vita, quindi mi auguravo potessero migliorarli anche nelle vite altrui.
Quindi non farò più nessun regalo fatto da me.. Mi sono dovuta arrendere e rinunciare.
Sono arresa, ma non persuasa. Riesco a vedere i grandi vantaggi del regalo acquistato: in un attimo si compra un oggetto ben più prestigioso di quelli che potrei creare io, con minore spesa e sicuramente meno spreco di tempo. La logica la capisco, ma mi piacevano troppo i regali autoprodotti.

Alcuni regali erano già pronti, altri a metà, i primi biscotti non erano perfetti, e li ho mangiati io, ma avevo già acquistato gli ingredienti per rifarli.
Pur essendo straconvinta che i regali acquistati siano migliori, mi resta una sorta di rabbia e delusione perché a me piace davvero tanto farli da me.
Stavolta finirà che farò solo un paio di sacchetti su misura per trasportare i regali acquistati. Sempre se non "salterà fuori" il fatto che i sacchetti acquistati sono assai migliori.

Comunque questi sono problemi miei.
Il deludente resoconto sul deodorante è questo:


.

giovedì 12 dicembre 2019

Yogurt e finocchi

In genere preferisco parlare delle verdure coltivate da me, ma questa "ricetta" è così buona che devo proprio infrangere la regola.
Già, perché tra le tante verdure che io non so coltivare, ci sono anche i finocchi. Così ogni tanto li acquisto, e li preparo anche in questo modo.

Tutto quello che cucino non ha una ricetta, perché io non peso mai niente, e in questo caso ancor meno. Si tratta di prendere il proprio yogurt preferito (io bianco, magro, naturale), e metterci dentro dei pezzettini di finocchio teneri. Volendo si aggiunge dello zucchero. Basta mescolare e mangiare. È una bontà unica. Con un paio di biscotti o cereali va bene a colazione, si può usare come secondo piatto leggero o come antipasto, con lo zucchero come dessert o a merenda.

Quando una cosa è così buona l'ora è sempre quella giusta.

lunedì 9 dicembre 2019

Biscotti, sapone e deodorante

In questi giorni mi sono sbizzarrita con le mie creazioni. Non sono contentissima, e non ho nemmeno avuto tempo di fotografare.
Resoconto:
-biscotti speziati: buoni ma duretti.
Dovrò sacrificarmi: mangiarli io e farne altri.
-saponi: alcuni belli, altri no, sono rimaste delle bollicine, ma sono abbastanza profumati ed erano molto duri già dopo poche ore. Considerato che sono fatti con olio di oliva è un risultato insolito.
Visto che a pensare male a volte si indovina... chissà se il mio "pregiato extravergine ottenuto unicamente etcetcets" sia davvero olio di oliva. 😦
Capisco che hanno ancora molto tempo per migliorare, ma per ora non fanno schiuma. Puliscono, lasciano la pelle morbida, ma niente schiuma. (lo so, il sapone andrebbe stagionato, ma quello che faccio io si può usare anche subito. Inoltre, siccome lo devo regalare, devo fare da cavia. Se non mi scortica dopo 10 ore non scorticherà nemmeno i miei amici che lo useranno dopo un mese.
-deodorante: e qui arriva dobbiamo parlare di Fluidi Non Newtoniani.
Vorrei fare il deodorante in formella anziché in polvere. Il risultato è incertissimo, anzi, sono quasi certa che la formella non si formerà ma resterà polvere.
Chi vivrà vedrà.

Siccome non ho fotografato nulla, allego un piccolo video di questo esperimento, dove mi diverto a sollecitare il mio deodorante. Non merita nemmeno di essere guardato, lasciate pure perdere.







mercoledì 4 dicembre 2019

Un altro incauto acquisto

In questo caso, come si capirà in seguito, forse non sono del tutto fuori tema.

Ogni tanto mi reco in qualche negozietto etnico, dove acquisto principalmente la farina di riso glutinoso (che non ha glutine, é semplicemente appiccicoso) o lo zenzero e, ogni volta, mi faccio tentare da qualche  stranezza esotica.

Prolissa premessa: proprio ieri mi è arrivata la lista dei semi della banca. Tra questi c'era il tamarindo. Non l'ho chiesto, perché lo coltivai anni fa. Avevo trovato in un supermercato dei baccelli di tamarindo. La polpa era buonissima e i semi, con molti accorgimenti, erano spuntati numerosi.
Caso vuole che stamattina, in uno dei miei negozietti preferiti, tra un'enorme distesa di legumi di tutte le forme e i colori (che purtroppo non posso mangiare) vedo un pacchettino. Tamarindo!
A prima vista non sembrava male. Ricordava un po' una formella di cotognata, e mi é subito venuta una grandissima voglia di assaggiarlo. Avevo addirittura provato a stanare il mio coltellino svizzero dalla borsa per aprire subito la confezione! Ma il dolore alla schiena mi ha consigliato di dirigermi verso casa.

Appena arrivata, ecco la deludente sorpresa. Nel pacchettino c'è una massa collosa e marroncina, contenente vari detriti e dei bei semi duri e risonanti. Vinco la ripugnanza e assaggio. Sembra un mix di sale e aceto.


Leggo sulla confezione: ingredienti: tamarindo e acqua. 
Come può dell'acqua rendere così orribile il sapore del tamarindo, che ricordo totalmente diverso?
Cerco su internet: è una pasta tre volte più concentrata del tamarindo naturale.
Mai sentito che aggiungendo acqua al tamarindo si ottenga un triplo concentrato di tamarindo. 

Ho trovato in rete una ricetta che non copierò mai, perché ci vogliono innumerevoli ingredienti e spezie, ma potrei forse prendere ispirazione e provare a condire del riso comune con questo tamarindo.
L'ho già preparato: sciolto in acqua e liberato dalle briciole di baccello e dai vari tegumenti, e messo a bollire per concentrarlo. Manca solo il coraggio di provarlo.

Morale: spero che almeno i semi germineranno.

Nel caso potrei riforestare diversi ettari di terreno. Non certo qui, ricordo che le precedenti piantine svernavano sul termosifone. Per dire che i semi sono proprio tanti. 

Foto di repertorio: i precedenti tamarindi (2008-2014)












Ho seminato qualcosina

Dopo una settimana con la schiena bloccata sto iniziando a fare qualcosa.
Ho decorato con scarsi risultati una finestra, ho iniziato un piccolo progetto (magari spiegherò meglio in seguito) e ho seminato qualcosa.

Ho trovato dei semi di Peonia della banca e altri semi dell'anno scorso, che avevo messo da parte perché piú pregiati poi ho dimenticato dove! e li avevo persi.


Sapendo che la volta scorsa i semi di peonia hanno impiegato 9 mesi per germinare, prima di perderli di nuovo, li ho messi a pre-germinare nel panno umido, assieme a qualche peperone e melanzana.
Poi ho 'grattato' un quadrato di terra in serra con il roto tiller (mal di schiena...), ho buttato giù dei semi di un cavolo acefalo senza nome ma molto gustoso, più qualche seme di carota, e li ho leggermente interrati con un'altra leggera passata di rototiller.
Non é saggio seminare le carote su un terreno non vangato. Da me le radici hanno vita dura, con la terra argillosa. Diciamo che in serra, grazie ai continui trapianti di semenzali cresciuti in terriccio soffice acquistato, la terra è più accettabile.

Ah! Il rototiller che ho io non è un motocoltivatore! E' un piccolo aggeggio manuale che si appoggia sul terreno e si spinge avanti e indietro, senza sollevarlo. Qualcosa di simile a uno scarificatore, ma con temibili rotelle inclinate, a forma di speroni, che frantumano le zolle. Con la schiena così malmessa non potrei mai sollevare una vanga, però un paio di spinte al rototiller le ho date. Certo sarebbe stato meglio passarlo con più energia su un terreno ben vangato, ma si fa quel che si può.

lunedì 2 dicembre 2019

"Piadine" dolci


Ecco il primo esperimento:

alla mia pallina di pasta madre ho aggiunto ricotta di pecora e zucchero. Farina di frumento qb per ripristinare la consistenza. Ho aggiunto anche una piccola quantità di pasta con farina di semi di lino che era avanzata, ma non credo possa incidere più di tanto sul risultato finale.

L'ho stesa e cotta SUBITO.


Sembra bruciatissima, ma essendoci lo zucchero si scurisce di più




Secondo esperimento: dopo circa 24 ore di riposo.
Credevo di trovare una pasta collosissima per via dello zucchero, invece era di consistenza perfetta, pronta per essere stesa.


La pasta è lievitata molto di più. Quelli che possono sembrare crateri sono in realtà grosse bolle




Morale: le "piadine" dolci alla ricotta sono buonissime.  Con la pasta riposata in frigorifero per un giorno sono ancora più buone.


Precisazione: tutte le mie "Piadine" vanno cotte e mangiate. Non avendo condimento vanno cotte con attenzione e rapidità, con il coperchio, e subito mangiate, altrimenti diventano dure e gommose.

P.s: Riflessione a latere.
Io sono intollerante (anche) al lattosio. Non è un'impressione, mi sono sottoposta a quell'interminabile esame apposito. Che non avevo letto le modalità scritte sotto in piccolo! se avessi capito che consisteva nel passare 8 ore in ospedale a bere lattosio e soffiare nella macchinetta non ci sarei proprio andata.
So benissimo che il latte ed i formaggi di pecora e capra contengono la stessa quantità di lattosio che troviamo in quelli vaccini, ma il latte di vacca mi fa male, quello di pecora no.
Certo non ne abuso. Il latte l'avrò preso due volte, e questa ricotta molto raramente.
Altri tipi di ricotta di pecora penso che abbiano un'aggiunta non dichiarata di latte vaccino e mi fanno male.
Mistero del lattosio.

domenica 1 dicembre 2019

Variazioni sul pane

Non sapevo che titolo mettere.
Il pane, inteso come panini o pagnotte cotti in forno, non lo faccio da anni.
Le variazioni sono sul mio solito pane sottile cotto in padella con coperchio, cui non so dare un nome corretto.

Il Carasau é cotto in forno
La piadina ha bicarbonato e strutto
Il pane marocchino, il chapati e tanti altri sono azzimi e piú alti.
Nel naan ci sono yogurt e miele
La pita contiene sale ed é piú alta
Le pappadums sono di lenticchie

Finché non troverò un modo più adatto di definirle, le mie  continueranno ad essere "piadine," tra virgolette.
Sono molto spartane:
Lievito madre, acqua, farina.
Dischi molto sottili, cotti in padella senza aggiunte,
Se farcite sul secondo lato diventano "pizza".

Dopo tanti mesi di ricetta base, ho sperimentato tre varianti:
1) Con semolino di orzo.
L'idea é arrivata dal "mio" (in realtà é di tutti coloro che lo amano) blog, gli Amicidell'ortodue.
L'ho aggiunto alla pasta il giorno prima, e l'ho stesa veramente sottilissima, cuocendola fino a farla diventare croccante

Buona, ma ci vorrebbe il sale. L'orzo è ancora più insipido del frumento.

Qui, già abbondantemente sbocconcellata, farcita con fantastici germogli di luppolo saltati in padella


2) con aggiunta di farina di semi di lino.
È stata un'idea estemporanea. Avevo già formato la pallina di pasta della giusta misura e ci ho aggiunto un po' di farina di semi di lino.
Così il volume è aumentato e ho dovuto  avanzare un pochino di pasta. Anzi, avrei dovuto avanzarne di più.

La "piadina" è diventata troppo larga ed ha occupato i bordi della padella, pregiudicando notevolmente il già dubbio aspetto estetico e, quel che è peggio, l'uniformità di cottura. Certo potevo cambiare la padella, ma questa era già calda, io sono pigra, e se avessi cambiato padella, nell'attesa che si scaldasse... il disco di pasta mi sarebbe colato tra le dita, oppure si sarebbe appiccicato alla superficie dove l'avessi appoggiata.

La brutta "piadina" con farina di lino e buona e morbida


3) versione dolce

Siccome di questa ho completato solo la prima parte dell'esperimento, l'appuntamento è rimandato alla prossima occasione

Fioriture

Iniziano a fiorire i miei soliti fiori. Sempre quelli, perché non ho seminato novità. Le foto sono nettamente peggiori. Nell'ultimo mese...