sabato 29 febbraio 2020

Non sono melanzane!


Bensí pomodori.
Qualche buontempone ha scritto "melanzane" su una bustina di semi di pomodoro. Mi sembravano strani, quei semi di 'melanzana'!




È spuntata l'ocra


Ho quasi sistemato la legna, ho vangato un pezzettino e ho trapiantato qualche piantina di cavolo.



venerdì 28 febbraio 2020

"Pelare" la zucca

Questo titolo mi ricorda uno dei film della serie di Peppone e Don Camillo.
Quando ero bambina li vedevo sempre assieme a mio papà. Costituiscono uno dei pochi momenti divertenti della mia infanzia, e li ricordo praticamente a memoria.
In un episodio, la vecchia maestra, la signora Cristina, caccia il sindaco Peppone, intimandogli: "Ti do tante bacchettate che ti pelo la zucca!"


No, la mia non è quel tipo di zucca, è una barucca! e si pela in un altro modo.

Questo argomento mi è stato suggerito. Non fa parte a pieno titolo della serie "Posta del cuore di bue" perché la persona che me ne ha parlato sono certa che non pelerà mai una zucca, ma è pur sempre una domanda. Se lei che non ne ha bisogno ha avuto la curiosità di sapere come si fa, forse può essere di aiuto a qualcuno che le zucche le pela davvero.

Ormai parecchi giorni fa, ero al telefono con questa mia amica. Erano quasi le 19, e mi chiese cosa avrei cucinato per cena.
Pasta con la zucca...
"Ma sei matta??? A che ora mangi, alle nove?!?!?"
Invece, mezz'ora dopo ero a tavola, con davanti la mia pasta.

Io utilizzo diverse strategie, per sbucciare le zucche difficili, e la barucca lo è, perché è dura, e la superficie è discretamente bollosa.
Prima la taglio a metà e tolgo i preziosi semi, ovviamente!
Poi posso decidere di affettarla con l'affettatrice, a fette di circa mezzo centimetro. In questo modo le protuberanze della buccia si possono aggredire più facilmente con un normale pelapatate.

Fette sottili tagliate con l'affettatrice e pronte da sbucciare

Se non ho voglia di usare l'affettatrice, o se mi servono pezzi più grandi, taglio delle fette un po' più spesse con il coltello, e le metto a cuocere un po', in poca acqua oppure a microonde.
In questo modo la zucca si ammorbidisce e posso sbucciarla più facilmente.
Dopo sbucciata taglio la polpa secondo necessità e finisco di cuocerla.


Fette spesse tagliate con il coltello e parzialmente cotte in poca acqua









giovedì 27 febbraio 2020

Regalone!

Ho appena ricevuto uno stupendo regalo artigianale!



Un astuccio di legno dalla pregevole lavorazione, contenente tre penne!
Anch'esse pregevolmente intagliate nel legno da lui stesso medesimo in persona!
Che meraviglia.
Grazie a "Blogredire"!
http://blogredire.blogspot.com/?m=1

mercoledì 26 febbraio 2020

Il rosmarino

Ogni anno mi ritrovo a potare drasticamente il rosmarino, con la speranza che ne muoiano almeno alcune piante. Dicono che bisogna andarci cauti, con le potature del rosmarino, perché rischia di morire. Il mio finora non l'ha fatto.
Sono una coltivatrice crudele, lo so! Ma stavolta non è tutta colpa mia. Da sempre il rosmarino va piantato lì, nell'angoletto che ora è accanto al cancello carrabile, lungo la stradina.
Ma "lì" ci sono moltissime altre piante, tutte in una strisciolina di aiuola lunga 50 cm. e larga meno di una spanna: un Crategus, una rosa Laxa, e diversi tipi di bulbose da fiore e commestibili, per un totale di almeno un centinaio di bulbose, e, appunto, alcuni rosmarini.
Le varie piante non si lamentano della forzata coabitazione, e crescono vigorose.
Quando i rami dei rosmarini si spogliano e diventano brutti e contorti, vengo costretta ad estirparli e sostituirli con piante nuove.
In quell'inestricabile intrico di radici, non è una cosa facile! Così dall'anno scorso mi sono proposta di potarli drasticamente, per rinnovare il più possibile le piante. (E magari farne morire alcune...)

Il mio rosmarino non è male. In primavera avanzata è sicuramente meglio, ma anche questo invernale è buono e profumato. Cerco di offrirne il più possibile ai sempre più numerosi passanti, che a causa del Coronavirus non possono lavorare, o che dovendo intrattenere i bambini che non possono frequentare la scuola, passano il tempo passeggiando nel parco della Besozza.



Una buona quantità la sto facendo essiccare per un mio amico fornaio, che ci prepara le focacce.
Prima gli fornivo direttamente i rami interi, ma ora so che lo usa essiccato, così glielo preparo.

Dicono che le erbe aromatiche non vadano lavate. Io non voglio correre rischi: l'ho sfogliato, setacciato per eliminare le bricioline che si staccano dalla corteccia, e lavato ripetutamente.
Dopo essiccato toglierò gli ultimi ramoscelli ed eventuali foglioline brutte sfuggite al primo controllo.


martedì 25 febbraio 2020

Caldo esagerato

Se trovate qualche incongruenza in questo resoconto, è perché ho iniziato a scriverlo ieri  io ho finito solo oggi.
Ieri in serra - con porte aperte! - c'erano 39.4°. Una cosa incredibile.


Da quando ho guardato a quando ho scattato la foto, la temperatura è diminuita, ma si vede nella memoria che la minima è stata 36° e la massima 40. Durante la notte la minima in serra è stata di 0° poi ho azzerato la memoria. I peperoni non hanno sofferto assolutamente. Sono lì belli vispi e, da quando li ho lasciati fuori anche la notte, nessuna piantina è più morta.
Voglio rammentarmi che siamo in febbraio, a volte lo dimentico.


Sono spuntate migliaia di piantine di Phacelia tanacetifolia, Ieri mattina le ho trapiantate in serra perché non mi sembrava bello metterle direttamente all'aperto, e penso di avere sbagliato, troppo caldo per un trapianto. Erano così fitte e gracili che le ho trapiantate a mazzi, più che a ciuffetti.
Colpa mia, ovviamente. La giustificazione è che spesso i semi non nascono, se li seminassi tutti alla giusta distanza avrei bisogno di 200 vaschette per i semenzali.
Devo iniziare a seminare più radi i semi che germogliano velocemente, così se per qualsiasi ragione non germogliano posso riutilizzare in breve tempo la vaschetta.

Gli ellebori sono sempre più belli. Ho contato 38 fiori rosa e due viola.




Sono fioriti anche i Bucaneve, quelli veri.



Per il resto, continuo a tagliare il mio ramo di mirabolano, raccolgo erbe spontanee, (crepe di albume ripiena di tarassaco, il tutto nutrizionalmente rovinato da una assolutamente unta e insalubre maionese). Poi strappo infestanti, ed estirpo Palme.
Il triste vuoto lasciato dalle palme


domenica 23 febbraio 2020

Carry on

In questi giorni il Coronavirus impazza a breve distanza da dove abitano i miei parenti, e nella stessa città di un gentilissimo "amico virtuale". Un paio di casi sono ancora più vicini a me. Anche se per ora non ho nulla di cui preoccuparmi, credo che la situazione peggiorerà dappertutto.
Sembra che a Milano chiuderanno tutte le scuole.
Purtroppo ora chi gridava al razzismo, vergognandosi di essere italiano, forse avrà capito che le misure cautelari non erano atti di razzismo contro le persone cinesi, ma misure per tentare di arginare il diffondersi del virus, e che non erano affatto esagerate.
In questo momento sembra (lo so, sto ripetendo le parole) fuori luogo parlare d'altro, ma, forse perché da me non è ancora emergenza,  ho deciso di farlo.
Non penso che i miei semenzali decapitati siano più importanti della salute delle persone, ma  non potendo far nulla per guarire gli ammalati o bloccare il contagio, posso solo continuare a vivere, fino a quando mi verrà concesso.

Non è mancanza di rispetto.

Così sono qui a riferire delle mie piantine di kiwi. Dopo essere sopravvissute in serra fredda durante questo sia pur mite inverno, sono state divorate da ignote "bestiacce".
La vaschetta si trovava su una delle mensole della serra,  postazione non facilissima da raggiungere, per una limaccia. Ora l'ho portata in casa per controllarla.
Nel tentativo di stanare eventuali insetti o piccole limacce nascoste nella terra, ho annaffiato abbondantemente le piantine. Per quello la terra è così inzuppata e piena di muschio. Ovviamente non è uscito nulla, così ora sono in casa.


Questa è lattuga



Il cavolo riccio di Feltre

Tre varietà di pomodori

Qui avevo seminato semi, non tuberi, di Ipomea batatas. Spero di sbagliarmi, ma questi cotiledoni non mi paiono di batata. Se sarò fortunata saranno di spinaci d'acqua, Water convolvulus, oppure di bietoline. Vedremo. Sono particolarmente curiosa, perché ne ho acquistate  ben quattro bustine, e non vedo l'ora di capire di cosa si tratti.

Pomodoro Tzar kolokol (o qualcosa di simile).
 

Delle penultime semine non è nato ancora nulla, solo si inizia ad intravedere un accenno di cotiledone di Okra. 

Oggi ho seminato qualcos'altro, principalmente cucurbitacee. 

Mi sto occupando di demolire pian piano il ramo di Mirabolano, e di estirpare le infestanti che si stanno affacciando numerose. Ho estirpato la palma piccolina e mi sto dedicando, pian piano, a cercare di togliere anche quella più grande.
La piccola l'ho messa in un vaso, della grande, se anche riuscissi a salvarla,  non saprei proprio cosa farmene. Ti distrai un attimo e la tua palma è diventata relativamente "enorme" e completamente ingestibile.



mercoledì 19 febbraio 2020

É primavera

Quest'anno non è necessario aspettare il 21 marzo, e nemmeno il 21 febbraio. Da qualche giorno è arrivata la Primavera.

I gechi sono tornati a passeggiare sulla parete delle scale

Sono fiorite le Bergenie, la foto è di qualche giorno fa, adesso Sono fiorite davvero, ma non ho  avuto il tempo di rifarla.



Stanno fiorendo anche gli ellebori ibridi



Ogni giorno raccolgo erbe o verdure

 le mie piantine crescono di giorno in giorno



...e da ormai una settimana lascio i miei semenzali giorno e notte in serra fredda.
Grazie al mio fantastico termometro con memoria, vedo che in serra la temperatura minima notturna è sempre di 2°. Da quando ha smesso di gelare in serra, li ho lasciati sempre lì.



Ho anche fatto tantissime semine, in grandi contenitori improvvisati, visto che sono rimasta sprovvista dei miei preferiti. Non servono foto perché per ora non si vede nulla.

lunedì 17 febbraio 2020

Parco della Besozza 1

Il parco della besozza è stato creato in un'ampia area un tempo agricola, che era stata resa  edificabile a colpi di tangenti e in seguito diventata  area di verde pubblico, ospitante piante autoctone e coltivazioni lasciate poi in campo, a disposizione degli animali.
Non sarà l'ottava meraviglia del mondo, e Le cascine sono in stato di grave abbandono, quasi completamente distrutte dal tempo e inglobate dai vegetali, ma  siamo contenti di avere questo parco a disposizione.  Per chi volesse saperne di più, mi sembra che una descrizione piuttosto completa del  progetto si possa trovare in questa tesi, dal cap. 5.1.
Tesi Jacopo Zurlo

Fotografato in diversi giorni ed orari.















Besozza e foschia












Fiori

 Perdonate i colori falsi di queste foto. Ormai il cellulare è questo 😕.