Prima di approfondire, metto una foto della campagna lombarda, con la bella Torre di Rivolta d'Adda sullo sfondo.
http://www.basilicadirivoltadadda.it/torre.php
Una lunga serie di brevi spostamenti in auto, tra cui una tappa a Rivolta, ha dato il colpo di grazia alla mia sciatica, già provata dalla serra, e ora sono praticamente immobilizzata.
Faccio ugualmente qualcosina, ma mi sentono gridare "Fin à Cansöli" (cascina Camposoglio, antico modo di dire locale). Il buono è che mi sono rassegnata, e sono meno depressa.
Nell'orto ho raccolto solo verdure alte e ho cucinato con poco impegno e con il mio classico "Quelchec'è'.
Oggi inizio col presentare le verdure croccanti.
Le ho fatte in due giorni diversi, con cavolo riccio e chenopodio.
Si tratta di lavarle, asciugarle, appoggiare le foglie in una o più larghe padelle, accendere un fuoco il più basso possibile, eventualmente girarle dopo un'oretta. Insomma, lasciare che diventino croccanti. Un po' come faccio col finto fritto di fiori di zucca (che non posso fare perché non ho il pane secco).
Se il fuoco non fosse sufficientemente basso, si otterrà del carbone vegetale, e forse anche fiamme, cosa assai sconsigliata.
Prime due foto, Chenopodio; nella terza cavolo riccio di Feltre.
Buone? Mah... qualche estimatore lo potrebbero trovare, qualche amante del croccante o del friabile c'è sempre, ma il gusto è davvero forte.
Grande merito é che si cucinano da sole, basta avere una fiamma quasi inesistente.
Temo che eventuali sostanze poco salutari, tipo nitrati, ossalati, alcaloidi, eventuali residui di pesticidi, potrebbero concentrarsi. Nelle verdure prima scottate in acqua, al contrario, si diluiscono.
Se avete voglia di provare, fatemi sapere.
Segue...
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