mercoledì 4 dicembre 2019

Un altro incauto acquisto

In questo caso, come si capirà in seguito, forse non sono del tutto fuori tema.

Ogni tanto mi reco in qualche negozietto etnico, dove acquisto principalmente la farina di riso glutinoso (che non ha glutine, é semplicemente appiccicoso) o lo zenzero e, ogni volta, mi faccio tentare da qualche  stranezza esotica.

Prolissa premessa: proprio ieri mi è arrivata la lista dei semi della banca. Tra questi c'era il tamarindo. Non l'ho chiesto, perché lo coltivai anni fa. Avevo trovato in un supermercato dei baccelli di tamarindo. La polpa era buonissima e i semi, con molti accorgimenti, erano spuntati numerosi.
Caso vuole che stamattina, in uno dei miei negozietti preferiti, tra un'enorme distesa di legumi di tutte le forme e i colori (che purtroppo non posso mangiare) vedo un pacchettino. Tamarindo!
A prima vista non sembrava male. Ricordava un po' una formella di cotognata, e mi é subito venuta una grandissima voglia di assaggiarlo. Avevo addirittura provato a stanare il mio coltellino svizzero dalla borsa per aprire subito la confezione! Ma il dolore alla schiena mi ha consigliato di dirigermi verso casa.

Appena arrivata, ecco la deludente sorpresa. Nel pacchettino c'è una massa collosa e marroncina, contenente vari detriti e dei bei semi duri e risonanti. Vinco la ripugnanza e assaggio. Sembra un mix di sale e aceto.


Leggo sulla confezione: ingredienti: tamarindo e acqua. 
Come può dell'acqua rendere così orribile il sapore del tamarindo, che ricordo totalmente diverso?
Cerco su internet: è una pasta tre volte più concentrata del tamarindo naturale.
Mai sentito che aggiungendo acqua al tamarindo si ottenga un triplo concentrato di tamarindo. 

Ho trovato in rete una ricetta che non copierò mai, perché ci vogliono innumerevoli ingredienti e spezie, ma potrei forse prendere ispirazione e provare a condire del riso comune con questo tamarindo.
L'ho già preparato: sciolto in acqua e liberato dalle briciole di baccello e dai vari tegumenti, e messo a bollire per concentrarlo. Manca solo il coraggio di provarlo.

Morale: spero che almeno i semi germineranno.

Nel caso potrei riforestare diversi ettari di terreno. Non certo qui, ricordo che le precedenti piantine svernavano sul termosifone. Per dire che i semi sono proprio tanti. 

Foto di repertorio: i precedenti tamarindi (2008-2014)












2 commenti:

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