giovedì 2 aprile 2020

I piedi per terra

Sempre 1° aprile

Spero che la gente ricolleghi un po' il cervello.
Capisco l'invidia, che porta a non stare metaforicamente "con i piedi per terra" chi non può mettere fisicamente i piedi nella terra, ma uscire bardata nell'orto è meno rischioso che fare due ore di coda e poi girare per un'altra ora nel supermercato.

"Stare a casa" è una sorta di penitenza in attesa di un premio. Se le persone si rinchiudono e soffrono, come premio eviteranno il contagio.
Ma... IO mi metto una mascherina e mi avvolgo in una sciarpa stile hijab, ed esco nel mio orto o nella parte di stradina immediatamente prospiciente, stando attenta che non ci siano persone a spasso col cane ed eventualmente ritirandomi in casa per cedere il passo nel caso scorgessi qualcuno in lontananza.
Lo so, cosí facendo soffro un po' meno di chi non esce dalla porta di casa, e in un certo senso non è giusto, ma questa minor sofferenza non aumenta il rischio di contagiare qualcuno. Stare nei pressi di casa é consentito anche dal decreto. Per farlo io non passo attraverso nessuna zona comune, tengo decine di metri di distanza da altre persone, mi copro come se fossi distante un metro, ed evito il supermercato.


Se la persona che mi insulta da un balcone a 500 metri di distanza sapesse che nei miei 5 minuti d'aria ho raccolto dei gustosissimi getti di luppolo... morirebbe dall'invidia.
Li ho scottati e passati in padella rapidamente. Nell'acqua di bollitura ho lessato del riso basmati. Ho mescolato il riso al luppolo, ho salato con il gomasio fatto da me, e condito con il Grana grattugiato. Ecco, in questo caso il grana non può essere sostituito. Penso che non si possa gustare niente di più prelibato del riso coi ''luertìs" e il grana.


😞
Purtroppo all'angoscia del contagio dilagante si é aggiunta la triste notizia di una persona investita dal treno. Pensare che poche ore prima ero lì a stupirmi di quanto silenzio ci fosse, e del fatto che non si sentisse nemmeno un treno passare. Magari non fosse passato nemmeno questo!
Mentre lessavo le mie erbe, accadeva il tragico incidente, di cui si è saputa la natura solo un'oretta più tardi. Sto male al pensiero che, solo pochi minuti prima dell'incidente, stessi scrivendo del grande silenzio che c'era ieri mattina, e del fatto che si sarebbero presto sentite altre sirene.


22 commenti:

  1. Hai ragione da vendere. Il fatto è che non ci si fida del buon senso e della formazione delle persone (molte non sanno usare le mascherine e non sanno interpretare un testo con le istruzioni) quindi si ricorre al becero "state a casa" come soluzione finale. Io lo faccio, ma so che è il rimedio dei disperati. Se avessi un orto farei come te. Per cambiare discorso, apprezzo anch'io il prezioso silenzio milanese . Buon appetito,👋🏼E tanti ciao

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  2. Bboni i germogli di luppolo.
    A volte li sentii indicare come "asparagi selvatici" ma ritengo sia una dizione errata.

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    1. Ah, vedo che te ne intendi!

      Infatti non c'entrano nulla con gli asparagi. L'unica cosa in comune è che si raccolgono i germogli.

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    2. Qui si imparano molte cose interessanti.
      Sei botanica, entomologa, diversamente cuciniera! :)

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    3. Tu raccogli piante spontanee?

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    4. Poco e non di sovente:
      primule
      violette
      germogli di luppolo
      ortica
      tarassaco
      menta

      Una volta provai i germogli di rovo ma il gioco non vale la candela.

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    5. Vorrei trovare anche io un utilizzo per lamponi e rovo. Mi informerò, grazie.

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    6. Ecco, aggiungo anche foglie di papavero.
      Vidi in qualche pagina che le avevi cucinate con pomodoro...

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    7. L'utilizzo tradizionale delle foglie di papavero qui nella mia zona è di cucinarle in umido, con aggiunta di salamelle oppure con formaggio. Sempre accompagnate con polenta.
      Da pochi giorni ho iniziato a fare dei ragù vegetali con salsa di pomodoro ed erbe spontanee. Lo uso come un qualsiasi sugo per la pasta. Non è male.

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  3. Ho citato (iconograficamente) questa pagina (e non solo!). :)

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    1. Wow, quanti complimenti! Grazie.
      Hai ragione, sarebbe più giusto trascrivere il mio soprannome come Jaja, ma prenderebbe un'aura troppo esotica. Iaia é la pronuncia infantile di Claudia, quindi é molto semplice. I "miei" bambini a scuola mi chiamavano Iaia o "cràdua". Iaia non mi é mai piaciuto, ma sempre meglio di Cradua.

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    2. p.s.
      Non avertene a male, se non commento il tuo blog. Sono argomenti fuori dalla mia portata.

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    3. Cradua... :)
      Jonio, Jole, jodio.... forse Jaia solo la prima è semivocale.

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    4. "Fiori e fili di Cradua" 😅chissà che successo avrebbe avuto questo blog! Non sembra un nome, tutti sarebbero venuti a vedere che pianta fosse la cradua e come fossero i suoi fiori e i suoi fili.
      Altro che lino o cotone, ora c'è la cradua! 🤣🤣🤣

      Riguardo Jaia, non ti do dire. Visivamente si presenta meglio di Iaia e di Jaja. Prendiamola cosí: ormai i nomi ognuno li scrive come vuole. Penso a Sabryna, Maicol, Rebeca, Gheri o Saimon, come il nostro vice sindaco.
      O tempora (!) O mores (!)

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    5. Rebecca, Gheri, Saimon, Maicol
      L'orrore della peggior globalizzazione fatta nomi.

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    6. Hai sbagliato...Rebeca con una sola 'c’.

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    7. Il furbofono ha zelo e corresse da Rebeca a Rebecca.

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    8. Lo zelo senza riflessione non è cosa buona, e chi va a passi frettolosi inciampa.

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    9. Il furbofono è uno strumento con dei limiti evidenti, tipo la tastiera.
      Quando una cosa è limitata oppure ha difetti o induce regressioni gli stupidi che usano una parola d'inglese ogni tre la chiamano smart.
      L'esterofilia scema si interseca col tecnoteismo.
      Mah.

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    10. La tastiera è senza dubbio limitata, ma si fa perdonare dandoci la possibilità di non doverla usare, di poter dettare i nostri messaggi.
      Con appositi programmi anche i non vedenti possono usare internet dal telefono, senza apparecchiature ingombranti e complicate.
      Qualche merito ce l'ha.

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Grazie per il tuo commento.

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